Così come?
Così teneri? Così belli? Così stronzi? Così cosa? Ah, si. Grassi. Così grassi.
Come si fa a diventare così enormemente grassi, così occupanti spazio, così lipidici e nemmeno tanto morbidi. Quella della morbidezza molte volte è una grossa (grassa) bugia: a parte l'enorme stomaco, le mie morbidezze rientravano quasi in una consistenza normale; la stessa che può avere una qualsiasi donna che non ha interesse a mettere su muscolo. Solo che era di più.
Come si fa a guardarsi allo specchio ogni mattina e non farsi schifo?
Gran parte di queste domande mi sono state poste dal mio allenatore che, forse proprio perché mi stima (uhhh che parola grossa!), non si fa troppi problemi a chiedermi certe cose. Lui sa: almeno sa che ero 130kg e che quando a giugno 2012 sono arrivata nella sua palestra ne pesavo già 75. Sa e proprio oggi, mi ha portata ad esempio ad una signora facendole capire che, sostanzialmente, non esiste una bacchetta magica per il dimagrimento. Certo, se non avesse detto qualcosa del tipo:"una ragazza che viene qui era 130kg ed ora ne pesa 60 perché non si è messa scuse davanti"(bontà sua difettare circa il mio peso!), magari la signora mi avrebbe detestato meno.
Ma la domanda è: se non esiste una bacchetta magica per il dimagrimento, perché dovrebbe esserci un qualcosa di tanto potente e malefico che ci induce ad arrivare a certi pesi record?
Perché non ci si ferma prima?
Perché non si limitano i danni quando si capisce di essere dieci/venti chili sopra il proprio peso forma?*
Una risposta unica non esiste e soprattutto varia da persona a persona, ma sarebbe da soffermarsi sulla frase precedente:
Perché non si limitano i danni quando si capisce...
Non ho usato questo verbo in maniera inappropriata. Nel mio caso io non ho realmente capito fino ai ventitré, ventiquattro anni. Non avevo i mezzi per capirlo e sono stata fortunata a trovare sulla mia strada un piccolo forum che mi ha aperto occhi e mente.
Dca, abbuffate, binge, rapporti familiari e piano piano un minimo di chimica dei macro nutrienti. Ho letto tanto e mai tanto come altri compagni di viaggio.
Il mio peso, i miei centimetri e le difficoltà oggettive di ogni giorno erano diventate parte di me.
Perché non ci si ferma prima? Perché non esiste davvero un prima. Dopo anni di dietologi che scuotevano il capo ad ogni pesata, ho accettato il mio ormai davvero enorme corpo come un qualcosa di naturale, qualcosa che non avrebbe potuto cambiare.
Lui. Come se il cambiamento dovesse venire da lui e non da me.
Perché io, realmente, non esistevo. Ero un'emanazione del mio corpo: una voce, un battito di ciglia. Il mio corpo arrivava prima di tutto: lo è quasi sempre, ma con me era ancora più facile.
Faccio un esempio: sono stata apprezzata, nel mio piccolo, per la mia voce. Per identificarmi nell'ambiente, cosa credete che si dicesse?
"Ma chi, Diana, quella grossa?" (gentili!) e non, magari, "ma chi, Diana, quella con la r moscia?".
Ditemi voi: io canto. Vengo apprezzata per come canto, dunque mi state ascoltando. E allora perché la prima cosa che vi viene in mente per definirmi è la mia stazza e non il mio difetto di pronuncia?
Gli anni passano e penso che se non avessi avuto tante piccole coincidenze, avrei finito per finire di annullarmi.
Il mio corpo avrebbe annullato Diana. Perché quella fiammella Diana non avrebbe fatto in tempo a capire che invece tutto si trasforma: che la stessa trasformazione esterna avrebbe portato anche una interna. E come in un enorme cerchio, quella interna avrebbe portato ad accettare quella esterna.
Arrivi ad un punto in cui ti fa schifo anche farti schifo. O, come ho scritto oggi ad una compagna di viaggio che mi chiedeva quale fosse stata la molla decisiva per il nuovo stile di vita:
"Era già troppo tempo che NON mi lamentavo del mio status di obesa patologica [...] mi abbuffavo, non mi guardavo allo specchio, non mi lamentavo più di me stessa, non riuscivo nemmeno più a compatirmi. Potevo, effettivamente, aspettare solo di morire".
*quello che lui intendeva è: sappiamo tutti che tranne che per importanti disfunzioni o problemi medici è praticamente impossibile prendere trenta chili in tre mesi. Di conseguenza perché aspettare di ingrassare tanto e poi, forse, ricominciare a riappropriarsi di se stessi?