venerdì 12 settembre 2014

Allenati un corno!

Mi si permetta il titolo esplicito.

Nell'ultimo post, tra l'altro risalente ad una "vita fa", dicevo che siamo "allenati alla lontananza". Ecco, magari era così quando facevamo i pendolari dell'ammmore: ora che abitiamo sotto lo stesso tetto da quasi due anni e mezzo, l'allenamento è andato a donnine.

Noi comunque, stavamo preparando un matrimonio, ricordate?
Solo che questa estate ci ha tolto un po' di certezze e ci siamo praticamente fermati con i nostri giri. L'ultima cosa che abbiamo fatto, gli ultimi giorni di luglio se non sbaglio, è stato toglierci lo sfizio di farci preparare una decina di sacchetti verdi per la promessa di matrimonio che avevamo programmato a fine agosto di modo da poter avere con noi le famiglie.
Il socio, lunedì 4 agosto mi disse anche: "giovedì 7 sono pronti i sacchetti, li vai a prendere tu?".

Ceeeerto Amore mio, non ti preoccupare, prendo la macchin...
Accade invece che con una certa tempistica comica, il giorno dopo aver dato la prima mano di pittura alla sala da pranzo, pronti per la seconda, dica al socio:"Portami in ospedale". E siamo a mercoledì 6 agosto.
Non me ne vogliano i medici, ma la mia storia personale mi ha portato a mal sopportare la categoria, gli ospedali e le medicine, quindi non sono una di quelle che chiede un medico per un mal di pancia.
Solo che ho temuto realmente di essere sotto infarto e a farla breve mi sono fatta una vacanza di otto giorni in ben due ospedali (però è fiQuo essere trasferiti con l'ambulanza se non sei morente).
La prima settimana di ferie, l'ing. l'ha fatta facendo la spola ogni santo giorno tra casa ed il reparto di cardiologia, dove, per inciso, avevo una comoda stanza unica, con bagno privato e aria condizionata indipendente. Vi assicuro che dopo due giorni in medicina, con l'ansia a mille che mi morisse la vicina di letto, è stata davvero una vacanza.



Solo che l'ospedale è pur sempre ospedale, nonostante tutto e la lontananza è tremenda, in special modo quando vivi alla giornata e non sai quando ti dimetteranno perché sostanzialmente non trovano nulla che giustifichi realmente il fatto che tu sia arrivata in pronto soccorso a quella maniera.
Vabè.
Comunque è passata e come in tutte le esperienze non sono mancati siparietti "comici".
Merita particolarmente, oltre al fatto che in p.s., con una flebo nel braccio, ancora in dispnea e con un elettrocardiogramma in corso, ho dovuto ripetere una decina di volte che quella mattina si, mi ero allenata (ad agosto avevo programmato 12km di corsetta a giorni alterni per 3 volte a settimana), ma lo avevo fatto alle sei di mattina e non prima di sentirmi male, la dottoressa che alla vista dello svuotamento della pelle sul ventre prima mi chiede quanti chili avessi perso, poi insiste che a lei potevo dirlo "hai preso delle pillole per dimagrire!".
Avesse avuto una lampada da investigatore dei film da buttarmi in faccia, penso l'avrebbe fatto, anche perché in quelle tre ore di ps ha continuato ogni tanto a rimbeccarmi con cose del tipo "eh, ma lo devo sapere se hai preso delle pillole...". Un altro po' e avrei ceduto, davvero.
Alla fine sembra si sia convinta  del fatto che oltre a non aver preso mai nulla, il grosso l'abbia tolto ormai cinque anni fa. Penso anche che si sia rassicurata quando mi ha vista non avere nessuna crisi di astinenza da anfetamine. Sempre che le anfetamine portino astinenza...boh!



Chiusa la parentesi ospedale, noi però abbiamo cambiato i programmi. Non mi vergogno a dire che abbiamo pensato un po' a noi e nel giro di un paio di giorni ci siamo organizzati qualche giorno prima in Umbria dalla sister e poi alla nostra Pienza. Quattro giorni necessari.

Alla fine abbiamo ripreso a programmare questo matrimonio (avevate paura avessimo desistito?) in questi giorni e se ora mi giro a sinistra, verso il muro, trovo una bacheca.
Eh si. Più che una scrivania di un salotto questo è diventato un vero angolo ufficio. Ci sono post it, barre colorate, appunti e non potete capire quanto sia emozionante ritornare a questa che forse non è la normalità, ma è quella normalità di uno degli anni più belli della nostra vita di coppia.
Non nascondo che non avessi il santo uomo vicino, più di una volta avrei mandato a quel paese, senza nemmeno passare dal via ed in maniera improduttiva, la maggior parte dei dipendenti comunali (chi ha detto che sposarsi solo civilmente sia facile?).
Però fa parte del gioco e tornare a caaaasa, dopo aver fatto qualcosa per il nostro giorno, evidenziare in verde la voce apposita in bacheca è un sorriso in più in una giornata insieme.



Alla fine, ribadisco, l'ospedale è stata una parentesi, una brutta parentesi perché ci ha resi un po' più insicuri. Un po' più ansiosi l'uno con l'altra, ma ci siamo ritrovati ancora più stretti.

Alla fine oggi è un bel giorno.
E' il mio compleanno e non so ancora come, ma lo festeggeremo insieme.
Mancano cento giorni al 22 dicembre e ieri, sul nostro divano, abbiamo finalmente aperto con cognizione di causa i nostri confetti verdi.
Perché da ieri pomeriggio siamo un po' più legalmente uniti di prima: i promessi sposi hanno promesso!
(e che impressione vedere i nostri nomi su un documento matrimoniale...)





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