lunedì 30 aprile 2012

Alle principesse un debutto in società può bastare, a me no!


Esattamente venti giorni fa scrivevo il mio ultimo post. Poi sono state giornate veloci. In realtà tutto questo aprile è stato velocissimo! Tanto che mi sembra ieri quando ho detto ad uno degli istruttori in palestra: a questo giro faccio il mensile, non il trimestrale.
Strano metro per misurare il tempo, ma capirete che dopo quattro anni, lasciare il posto che mi ha vista cambiare fisicamente, che mi ha fatto scoprire che potevo misurarmi con gli altri e non perdere ancora prima di iniziare, che ha avuto un ruolo non marginale nel farmi rendere conto che certe volte esageravo un po’ con alcune fissazioni, beh, ammetto che mi fa strano. Non sono certo lacrime, come si ostina a ripetermi l’ing. che evidentemente mi idealizza come donna ipersensibile, ma insomma, un po’ di magone c’è. Proprio per questo, non ho nessuna voglia di ufficializzare ai miei compagnucci di palestra il trasferimento definitivo. Preferirei farli venire tutti a caaasa, pur non sapendo dove metterli tutti insieme!

Comunque sia: in questi venti giorni abbiamo fatto tante piccole cose. Caaasa prende sempre più forma. Certo, ci mancano ancora le tende, fondamentali ad un piano rialzato, ma ci siamo praticamente abituati a vivere “in mezzo ad una strada”. La settimana scorsa, dopo essere tornati da una trasferta familiare in provincia di Treviso, per la prima volta abbiamo visto il nostro frigo praticamente pieno. Ci tengo a precisare che non si trattava di sole schifezzuole prese per sfizio, ma di sanissime verdure! Naturalmente ce ne siamo visti bene con una pasta ricotta e pancetta cucinata per inaugurare il primo pranzetto da noi con un paio di amici, ma poi ci siamo dati ad insalatone miste di un certo livello!!!

Ho provato il forno con una semplice crostata, abbiamo riempito alcune vetrinette del soggiorno con le collezioni di bicchieri, ho capito che è meglio se la lavatrice la faccio centrifugare a seicento e non a mille giri se non voglio che se ne vada a spasso per il bagno, ho stirato davanti ad Happy Feet ed il primo giorno che sono stata a casa mentre lui era a lavoro, l’ho visto tornare con una splendida azalea che ora è sul tavolo da pranzo.

Parlo di amici e trasferte familiari come se fosse stato sempre così. In realtà in questi venti giorni, di cui dieci passati a caaasa (ieri son tornata dai miei per ritornare poi venerdì con il trasloco definitivo) ho avuto tanti piccoli “debutti in società”. Il primo è stato sicuramente quello della trasferta: conoscevo già fratello e sorella dell’ing. con relative famiglie, ma alla prima comunione della nipote dell’ing. naturalmente non c’erano solo loro. E a tutti, mia suocera mi ha gentilmente presentata come la fidanzata di suo figlio. Ho capito dunque che a me i titoli fanno paura. Provo una certa soddisfazione, ma anche una sorta di timore reverenziale quando sento qualificarmi o qualificare le persone con questi titoli familiari in relazione a me. A farla semplice, sul bigliettino di auguri per la festeggiata, ho sudato freddo quando ho scritto zia Diana e per fortuna le due bimbe mi chiamano semplicemente con il nome di battesimo. Ma so anche che in caso, non mi dispiacerebbe essere chiamata zia. Oppure, che ne so, qualche tempo fa, il ragazzo che ci fece alcuni lavori in casa mi disse: “tuo suocero poi ti ha detto che…”. In tutto questo l’ing. se ne rende conto e mi prende in giro amabilmente!

Dopo la trasferta familiare è stata la volta del gruppo dei suoi amici. Qualcuno lo conoscevo già, quantomeno perché mi è capitato di passarci una serata in compagnia. Altri no. Persone che sanno di me chi da sempre, chi da cinque o sei anni, ma non mi avevano mai vista. Cosa pessima, perché nella mia testolina questo significava aver alimentato un’idea della sottoscritta magari totalmente opposta. Molto più probabilmente, anzi sicuramente me ne rendo conto, queste persone non si saranno poste nessun tipo di problema e la notte avranno dormito beatamente. Dico sempre che l’insicuro è fondamentalmente un egocentrico. Non siamo il centro del mondo, dovrebbe rassicurarci questa cosa!!!
Ma questa volta il problema che mi sono posta è stato differente: non più il mio corpo, ma la mia ignoranza. Sebbene sapevo che per essere suoi amici da anni dovevano per forza di cose essere persone alla mano, sembrerà una stupidaggine, ma a me spaventavano i loro titoli (non familiari questa volta!). Ragazzi che hanno studiato per tanti anni, cosa avrei detto loro?
Alla fine nessuno ha dato sfoggio delle proprie conoscenze: e perché avrebbero dovuto se eravamo lì per mangiarci una pizza e stare un po’ insieme? Naturalmente la mia ansia non ha una giustificazione da dare. Potrebbe?


Ora mi attendono altri pacchi da riempire e se tutto va secondo programmi, venerdì mi “imbarcherò” con il Cicciogatto e ci stabiliremo a caaasa. 




8 commenti:

  1. Anche io odio profondamente i "titoli".
    Io ho praticamente proibito a mia nipote di chiamare il mio ragazzo "zio" perchè mi fa troppa impressione :)

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  2. In bocca al lupo Diana bella, per questa meravigliosa avventura.!! E anche al ciccio gatto, che mi fa già una tenerezza immensa. :-)

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  3. Quello che provi, il cosiddetto "abbandono del nido" è un distacco non indifferente che ti segna, anch'io i primi giorni ritornavo alla casa della mia famiglia per una sensazione di vuoto, nonostante avessimo lavorato parecchi mesi per metter su casa nostra e tutte le cose le avessi trslocate.
    Gli uomini lo sentono in modo molto diverso: basta una pisciatina nel bagno della casa nuova che il territorio è "segnato".;D

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  4. Che bello mi fa commentare oggi *-* cara,nemmeno io sono tanto incline ai titoli,tipo la mia migliore amica si riferisce ai genitori di lui come "suoceri",ma io proprio non ce la faccio,non so perchè ma mi sembra presto e inadeguato al momento....e cmq buon trasferimento a caaasa *-* <3

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  5. come ti capisco!! anche io, quando vengo presentata come fidanzata/compagna o (da bravo sardo) s'isposa (la sposa, anche se conviviamo) mi fa stranissimo, mi mette a disagio. come mi fa strano presentare lui come mio ragazzo/compagno.
    invece, essere chiamata zia dai suoi nipoti mi piace.
    e ti capisco anche sul fatto del "vivere in mezzo a una strada", visto che sto al piano rialzato anche io! :)

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  6. Che belle news! congratulazioni e l'augurio di un futuro stupendo! :-)
    Anche a me capita che quando sento una certa pressione di far bella figura mi vengono diverse paranoie su come sono fisicamente, quanto intelligente sono etc direi che tu le hai superate brillantemente! Brava! :-)
    Un caro saluto!
    Eli

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  7. Venerdì è già passato, quindi... benvenuta nella tua nuova vita!

    Quando io mi misi con Daniele, ricordo che speravo che i suoi nipoti diventassero i miei nipoti, ma non successe nulla di tutto ciò. Li vedo poco, e quando li vedo dico loro "ciao" e basta. Non mi sento molto a mio agio con i bambini, e loro lo capiscono perfettamente.

    E lui mi presenta sempre come "la sua ragazza". Io lo presento come "Daniele" -.-

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  8. Treviso, Napoli, Salerno... quante città in comune! :D

    Mi piace la frase che "l'insicuro è un egocentrico". Sono così dannatamente insicura anche io che mi sono ritrovata in TUTTE le paure che hai descritto!

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