mercoledì 4 luglio 2012

Taglie comode



Partiamo da un presupposto che non è di nessuna pertinenza con il post che segue: l'ing. è pressoché perfetto. Difatti ieri pomeriggio, mentre rientravo nello spogliatoio della palestra per la doccia, mi chiama dicendo: "alle sei sono sotto casa, andiamo all'ovviesse?".
Era da un po' che diceva che dovevo comprare qualcosa, rinnovare un po' il guardaroba senza troppe pretese ed ha preso la palla al balzo (fortuna avevo già preparato la cena).
Devo dire che, nonostante la bilancia stia dando i numeri al rialzo (ma non c'è ragione, quindi non mi preoccupo più di tanto), ero dell'umore giusto per prenotare una sauna da camerino.
Ho preso due magliette coloratissime, un jeans bootcut e una maglia simil chiffon blu (poliestere of course!) per uscire la sera. Avrei voluto, proprio per la sera, qualcosa di ugualmente leggero ma più colorato...ma niet.
Comunque sia, dopo aver fatto più volte il giro degli stand ho visto degli abitini coloratissimi: presi in mano mi sono accorta di esser finita nel reparto taglie comode. Si, alla fine sembro comunque sempre attratta da taglie che furono mie. In particolare, in questo reparto, c'era una signora abbastanza grossa che cercava, con un paio di amiche normopeso, qualcosa per lei.
Mi sono sentita decisamente umiliata quando, la signora in questione, con gentilezza si è affidata all'occhio di un'assistente alla vendita chiedendole quale taglia dovesse prendere. "No signora, la 49 a lei non va, deve prendere la 51", che detto per inciso è un modo più carino di dire "ti tocca prendere la taglia 60". Non c'è nulla di male in quello che le è stato detto, sia ben chiaro, eppure la scena mi ha colpita. Forse anche perché, dieci minuti dopo, sono andata casualmente a provare la maglia blu nel camerino adiacente quello dove si trovavano la signora e le sue amiche. Da lì ho potuto sentire l'insoddisfazione di questa donna:" questo non mi va, questo mi sta stretto, qui si vede la ciccia" e via dicendo. Il tono non era stufo quanto serenamente rassegnato. Le amiche facevano di tutto per consigliarla e sono sicura che i complimenti che le facevano fossero sinceri.

In questi casi accade che il mondo intero ti vede grassa, ma quando ti conosce, quando acquisisce una certa pratica con te, sa distinguere se quel giorno ti sei vestita da tendone del circo o se con quella gonna stai decisamente meglio. Ti tratta come una persona normopeso. Ti dice se quel taglio di capelli ti dona o quel trucco ti esalta lo sguardo. Come lo direbbe ad una persona normopeso.
Invece tu no. Tu (e parlo per me stessa al passato), nonostante ti sia rassegnata ad essere di quella stazza, non vedi miglioramenti. Non ti vedi meglio con qualcosa. L'accettazione è fasulla. È, come dicevo prima, rassegnazione. In certi casi decisamente triste.
Se curarsi è qualcosa che fai per non sentirti sciatta, cercare un vestito è una forzatura.


Diversamente mi sembra di capire è per quelle ragazze plus size che hanno anche un blog con gli outfit (si dirà così?). Decisamente le invidiavo e le invidio ancora oggi. Avrei vissuto meglio i miei 130kg senza le paranoie che invece mi hanno accompagnata per 26 anni.





16 commenti:

  1. cara Miss,io sento la rassegnazione ogni qualvolta vedo che le cose difficilmente cambiano,che in un negozio normale è difficile trovare qualcosa che mi stia veramente bene,perchè ovvimente è difficile prima per me stessa vedermici bene.Credo sia anche questione di carattere,sono obesa ma non sono sicuramente sformata (almeno credo) però un blog outfit ora come ora non lo farei mai,anche se ammiro chi lo fa.Poi hai ragione,l'accettazione è personale,ieri tipo sono uscita e la prima cosa che mi hanno detto è che stavo bene,bel trucco,i capelli stavano bene e già si cominciano a vedere i frutti del mangiare meglio..ma nonostnte la cosa mi abbia fatto piacere,io non riesco ad accettarli i complimenti,non li sento proprio miei perchè so che sono ancora molto lontana dal vedermi bene.

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    1. Cocci io ho ricordo di quando ero obesa: mi è capitato spesso che qualcuno mi dicesse "ma come stai bene oggi! Ci facciamo una foto?"
      Io la foto me la facevo fare, sperando si limitassero al viso (per la solita questione "...però ha proprio un bel viso!"). Quando poi vedevo cosa veniva fuori mi intristivo: maggiormente se anche solo il viso non era come immaginavo.
      La distorsione che avviene tra l'immagine che percepiamo di noi stessi e quella che realmente vedono gli altri, aumenta secondo me, quanto più tempo passiamo nel nostro sovrappeso.
      Tanto per dire: da grassa io non mi vedevo grassa quanto realmente ero. Poi venivano le foto...e lì, anche se qualcuno mi diceva che in quella stavo proprio bene, non ci credevo e mi demoralizzavo.

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  2. Quanta verità in questo post! Guardarsi allo specchio è difficile, rassegnarsi al meno peggio è l'atteggiamento costante di chi non si accetta, i complimenti altrui sono superflui.
    I blog di cui parli non li conosco e non so nemmeno cosa sono ma mi incuriosiscono.....

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    1. Marghe il percorso che stai facendo è appena all'inizio, ma mi sembra tu abbia preso la strada giusta. Non ti abbattere :*

      Per quanto riguarda quei blog, ora non ho i link per segnalarteli, ma si tratta in pratica di ragazze sovrappeso che si fanno fotografare con vestiti e accessori nuovi (o magari quando sperimentano qualche trucco). Un po' come se fossero modelle "curvy".
      Alcune sono realmente obese, ma riescono a vivere la loro obesità senza troppe fisime, mostrandosi tranquillamente.
      Che dire se non "beate loro"?
      Chiaro che qui non stiamo facendo nessun discorso relativo alla salute!

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  3. Credo che tu ti riferisca al vestito coloratissimo che anch'io ho adocchiato da Oviesse, era veramente carino, troppo grande per me e allora l'ho regalato alla mia mamma che si veste sempre di nero per mimetizzarsi. Chiara

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    1. Eh il nero! Grande arma finta! Da quando sono dimagrita sapessi quanto amo i colori!!! Non ne mischio mai troppi, ma li amo e vestirei sempre in maniera colorata :)
      Ciao Chiara!

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    2. PS: io capisco benissimo quello che provi perchè sono dimagrita quasi 60 kg alcuni anni fa (da 126 a 70 kg)

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    3. Grandiosa Chiara! Siamo compagne di fardelli tolti ;)

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  4. Visto che non riesco a dimagrire, per quest'anno mi son cazziata da sola! Niente acquisti, visto che mi son rifornita bene due anni fa, aspetto un peso "Migliore" ;) !

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    1. Eheheh Renata, io spero tu possa avere presto la scusa per tanto ottimo sereno shopping ;-)

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  5. Ciao
    Penso che il problema non consista tanto nel rimanere mentalmente legati a un'immagine corporea che appartiene al passato, quanto nell'avere sviluppato quella sensibilità verso il problema sovrappeso/obesità, che le persone con pochissimi chili in più, o sempre normopeso, non possiedono, e non certo per mancanza di amore verso il prossimo, quanto per un vissuto completamente diverso.
    Detesto fare shopping non tanto per difficoltà a trovare le taglie rispetto a quando avevo 15/20 anni, quanto per la tristezza dei ricordi; e, nel mio caso, il ricordo riaffiora a prescindere dalla vicina di camerino....

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    1. Ciao :)
      il problema del "riconoscersi" dopo un dimagrimento importante esiste ed è uno scoglio da superare. Si può fare, ma ognuno ha i propri tempi. Penso, dopo due anni, di esserci quasi riuscita, nel senso che tranne poche volte, riesco a capire se qualcosa mi può andare o è troppo grande (o piccola).
      Hai ragione da vendere sulla sensibilità: mi accorgo spesso di essere rimasta "scottata" dal mio precedente status di obesa ed in generale vado in allarme quando leggo o ascolto di persone che fanno diete drastiche e sbilanciate. Magari non hanno nessun disordine alimentare: semplicemente non sanno come mangiare ed hanno la pretesa di perdere chili troppo velocemente. Io invece, ci vedo sempre lo spettro di qualcosa di più complicato, quando magari non è.

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  6. Al solito leggendoti ho la sensazione di leggere i miei pensieri, anche se di colorato nel mio armadio... non c'è nulla :P
    Forse è questione di tempo, come dici tu, per riconoscermi. Forse perchè ancora aspetto il "normopeso", infatti quest'anno ho solo riadattato cose precedenti.
    Ho paura di entrare nei negozi e di sentirmi delusa. Di dover comprare di nuovo le stesse taglie...

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    1. Frency bella, dalle foto che ho visto ti ribadisco: sei uno splendore. E si, ti ci vedrei con qualche tinta pastello, ma non penso rientri nei tuoi gusti ;-)
      Ora ti dico una cosa che magari non ti tranquillizzerà, ma almeno ti servirà a farti capire che non sei sola: quando compro qualcosa di nuovo, specialmente se si tratta di qualcosa che va dai fianchi in giù ho sempre paura di non entrare nella mia 48. Inutile dire che quando entro in una 46 faccio i salti di gioia, ma sono ancora un po' legata a questa storia delle taglie che, sappiamo entrambe, è abbastanza stupida. Ogni casa alla fine fa le proprie e tanto per dire, la 46 di ovviesse mi entra, ma su quella di max&co ho qualche dubbio...
      Ah, naturalmente tra un jeans 46 (che mi andava bene) ed uno 48 (che mi andava molto più comodo) quale ho scelto? Il 48, con un cenno di disappunto dell'ing. che da buon occhio critico ha detto che il 46 mi rendeva il sedere decisamente più piacevole O.o

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  7. Sai che a me invece capita il contrario?

    Io provo le cose e chi è con me si imbarazza nel farmi sapere che non è il caso di prendele perchè "si vede la pancia/ti sta stretto/è troppo corto/ ti fa il culone".

    Lo stesso capita a me con gli altri. Non so mai come dire alle mie amiche quando una cosa sta loro male, e quindi per sincerità glielo dico ma davvero, per trovare le parole giuste ci metto otto ore.

    Quando invece una cosa sta bene viene tutto molto più facile. La felicità di dire "Comprala, è fatta per te" è ben più piacevole.

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  8. Ma sai, Miss, quanto è difficile riconoscersi dopo il dimagrimento!!! Hai proprio ragione! E poi pensavo un'altra cosa. Per il mondo, se sei grassa, lo sei comunque, sia che ti vesti di nero (e lì sei grassa e pure funerea) che se ti metti i colori che ti piacciono. Per chi ti conosce è come dici tu. Notano in te i piccoli dettagli, non stanno lì continuamente a immaginare come saresti con 50 kg di meno o roba del genere. Al massimo pensano "potrebbe andare dal parrucchiere ogni tanto" quando hai un periodo di scoramento che ti fa pensare "tanto, anche se mi sistemo i capelli, sono obesa lo stesso". Che quando sei fuori da quest'ottica ti rendi conto che è una cazzata e quando ci stai dentro brancoli nelle tenebre.
    Poi la questione vestiti. Oggi è più facile vestirsi. Non parlo dell'oviesse, che non ho mai vissuto positivamente sopra la 48. Io sono felice dal punto di vista dei vestiti da quando conosco Fiorella Rubino, Elena Mirò e tutto il gruppo. Sono cari? Non più di brand commerciali come benetton a mio parere. E a meno di un'emergenza, comprando coi saldi compri cose bellissime, di qualità, che vestono bene. E ti dico che se ci fosse stato questo tipo di abbigliamento quando avevo 20 anni non avrei mai superato la taglia 46-48 perché il pensiero "tanto qualunque cosa mi metto mi sta male" non sarebbe mai entrato in me. La frustrazione di andare mal vestita è una cosa che affossa alla lunga. Ti guardi allo specchio e ti odi sempre più. Poi ora ho trovato una signora al mercato che porta bellissimi jeans oversize che vestono davvero bene e con 10 euro fai festa. E da decatlon tutto l'abbigliamento sportivo (e sportivo carino) che per stare a casa a sfaccendare e correre dietro al bimbo è comodo. Oggi per fortuna qualche piccolo cambiamento, a sapere cercare, si trova. Mmm... si vede che sono aperta alla speranza, che penso positivo.... Dai, qualche cambiamento allora lo faccio pure io.

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