venerdì 5 ottobre 2012

Alla fine come fai e come non fai, se sei un genitore, sbagli sempre.

Non sono solita fare i servizi con la radio accesa o della musica in giro per caaasa. Un po' perché vivendo ad un piano rialzato, quando apro le finestre, il caos è continuo, ma forse di più perché (sembrerà strano) non ho mai usato la musica come sottofondo di qualsivoglia attività.

Questo fa sì che il cervello vada per i fatti suoi anche quando spolvero in camera da letto, cosa che non prevede un'applicazione intellettuale particolarmente gravosa. Detta in parole povere: potrei avere tranquillamente la scimmietta automatica che suona i piatti in testa (vi agevolo una foto qui) e continuare a spolverare senza far troppi danni.
Fatte queste dovute premesse il pensiero che ondeggiava allegramente tra le mie sinapsi è andato alle donne in palestra. E che barba, direte voi, sempre questa palestra!
Eh. Però, se vi va, seguitemi.


Avete mai fatto caso che nessuna donna in palestra è contenta del proprio corpo? Fosse anche una sciocchezza, non si è mai completamente contente del proprio corpo. Una cosa naturale (se non fosse per quelle che tu sei lì, con un quintale sul groppone e che, pizzicando la loro coscia inesistente dicono:"ma come devo fare? come devo fare -con tono ossessivo- a togliere questa cellulite?". Che tu le guardi e non sai se prendere un bilanciere e spaccarglielo in faccia o cosa.).
Anche io a giorni non mi piaccio: ma penso rientri nell'ordine delle cose.
Il problema serio, se di problema possiamo parlare, sono le donne mature. Per mature non intendo "avanti con l'età", ma intendo anche trentacinquenni con figli a carico. Questo è un post innocuo e nessuna trentacinquenne con figli a carico è stata maltrattata, però capirete che se faccio una riflessione del genere è perché qualcuna mi è capitata davanti.


In particolare quando suddetta madre e suddetta figlia (si, perché se hai una figliA il gioco è ancora più facile) sui 13/14 anni, o poco più, vanno insieme in palestra.
Non sono una psicologa, ma penso che qualsiasi ragazzina in piena preadolescenza, sia, anche in maniera piuttosto inconscia, orientata ad emulare la propria madre. Di conseguenza a meno di trovarsi davanti una ragazza che se ne frega altamente, se tu madre hai dei problemi irrisolti con te stessa è chiaro che anche tua figlia non starà tanto bene.

Sarà che ho l'occhio allenato (e lo dico anche con una certa presunzione che a volte mi fa sbagliare), ma se vedo una donna adulta in palestra mettersi un pantalone aderente e poi piazzarsi una simil gonnellina che ti copre giusto il sedere, beh...penso che nonostante tu sia comunque una bella donna, per te sia una tortura stare lì: fosse solo perché fai gli esercizi pensando che chiunque ti passi dietro possa pensare del tuo sedere le stesse cose che pensi tu quando ti guardi allo specchio.


Sarei schifosamente integralista nonché ridicola se dicessi cose del tipo:"se non hai risolto tutti i tuoi problemi adolescenziali, evita di fare un figlio", ma penso anche ai danni che inconsciamente possiamo fare ai nostri figli. Adottato un ragionamento del genere, la specie dovrebbe continuare a stento.

A cosa porta questo post?
Sostanzialmente a nulla. Un po' mi piace pensare che se in futuro dovessimo decidere di mettere in cantiere una creatura, visto il mio background, potrei indirizzarla a non farsi troppe fisime (sperando di non diventare assillante se vuole mangiare una merendina).
E un po' invece, cresce la paura di trasmetterle tutti gli altri problemi irrisolti.

E no, anche se mi sembra stia parlando come se lo fossi, non sono incinta!
La realtà è quella del titolo. Con buona pace di tutti i genitori.


E poi, vabbè, vi lascio una cosa che ha pubblicato Frency e che prontamente le ho copiato anche su facebook. Non mi piacciono certe "smancerie", ma insieme ai biglietti e alle lettere dell'ing., questa è una delle poche cose che mi abbia mai commosso.


" Siamo sedute a pranzo quando casualmente mi dice che lei e suo marito stanno pensando di "cominciare una famiglia".

Quello che intende è che il suo orologio biologico ha cominciato il conto alla rovescia e la sta c
ostringendo a considerare la prospettiva della maternità. "Stiamo facendo un sondaggio" dice, quasi scherzando. "Pensi che dovrei avere un bambino?"

"Ti cambierà la vita" dico con atten
zione, mantenendo un tono neutrale. "Lo so" dice.
"Niente più dormite fino a tardi il sabato, niente più vacanze improvvisate..."
Ma questo non è proprio ciò che intendo. Guardo la mia amica, cercando di decidere cosa dirle.
Voglio farle sapere ciò che non imparerà mai ai corsi preparto.
Voglio dirle che le ferite fisiche di una gravidanza guariscono, ma che diventare madre la lascerà con una ferita emotiva così profonda che la renderà per sempre vulnerabile.
Considero l'idea di avvertirla che non leggerà mai più un giornale senza chiedersi "E se si fosse trattato di mio figlio?".
Che ogni disastro aereo, ogni incendio la tormenterà.
Che quando vedrà le foto di bambini ridotti alla fame, si chiederà se possa esistere cosa peggiore del veder morire il proprio figlio.
Osservo le sue unghie laccate con cura e il suo completo alla moda e penso che non importa quanto possa essere sofisticata, diventare madre la ridurrà allo stato primitivo di un'orsa che protegge il suo cucciolo.
Che all'urlo di "Mamma!" farà cadere il soufflè o il suo cristallo più bello senza un momento di esitazione.
Sento che dovrei avvertirla che indipendentemente da quanti anni abbia investito nella sua carriera, verrà professionalmente dirottata dalla maternità. Potrebbe lasciare suo figlio alle cure di qualcuno, ma un giorno andrà ad un'importante riunione di affari e penserà al dolce odore del suo bambino.
Dovrà usare ogni grammo di disciplina per trattenersi dal correre a casa solo per assicurarsi che suo figlio stia bene.
Vorrei che sapesse che le decisioni quotidiane non saranno più semplice routine.
Che il desiderio di un bambino di cinque anni di andare nel bagno degli uomini del McDonald's piuttosto che in quello delle donne si trasformerà in un gran dilemma.
Che proprio là, nel mezzo del rumore di vassoi accatastati e delle urla dei bambini, le questioni di indipendenza e di identità di genere verranno valutate contro la prospettiva che un pedofilo possa nascondersi in bagno.
Per quanto sicura di sè possa essere in ufficio, come madre tirerà sempre a indovinare.
Nel vedere la mia amica così attraente, vorrei assicurarle che alla fine butterà giù i chili della gravidanza, ma che non si sentirà mai più la stessa. Che la sua vita, ora così importante, avrà minore valore ai suoi occhi quando avrà un figlio. Che la darebbe in un istante per salvare la sua prole, ma che comincerà anche a sperare di poter vivere più anni, non per realizzare i propri sogni, ma per vedere suo figlio realizzare i suoi.
Desidero farle sapere che la cicatrice di un cesareo o una smagliatura lucida diventeranno distintivi d'onore. La relazione con suo marito cambierà, ma non come pensa. Vorrei che potesse capire quanto di più si possa amare un uomo che cosparge di talco un bambino con tanta cura o che non esita mai a giocare con suo figlio o sua figlia.
Vorrei che sapesse che si innamorerà di nuovo di suo marito per motivi che ora troverebbe tutt'altro che romantici.
Vorrei che la mia amica potesse percepire il legame che sentirà con tutte le donne che attraverso la storia hanno tentato disperatamente di metter fine alla guerra, ai pregiudizi e alla guida in stato di ebrezza.
Spero che capirà come io possa pensare razionalmente alla maggior parte delle cose, ma possa perdere temporaneamente la ragione quando discuto della minaccia della guerra nucleare nel futuro dei miei figli.
Vorrei descriverle l'euforia nel vedere tuo figlio imparare a colpire una palla da baseball.
Vorrei immortalare per lei la grassa risata di un bambino che tocca per la prima volta il soffice pelo di un cane.
Voglio che provi la felicità così reale che fa male. Lo sguardo interrogativo della mia amica mi fa realizzare che mi sono venute le lacrime agli occhi.
"Non te ne pentirai mai", dico alla fine. Poi allungo la mano sul tavolo verso la sua, gliela stringo e prego per lei e per me e per tutte le altri semplici donne mortali che nel loro cammino inciampano nella più santa delle chiamate."

4 commenti:

  1. mi hai ricordato una delle mie migliori amiche.
    sia lei che sua sorella hanno avuto seri problemi alimentari, per fortuna mai arrivati ad essere troppo gravi, ma ci sono stati.
    erano magrissime, soprattutto la sorella. sono sicura che la mia amica sia passata tra anoressia e un accenno di bulimia.
    fatto sta che poi, quando anche le cose dentro di me si osno fatte chiare, beh, mi sono venute in mente tante cose.
    e ho ripensato alla loro madre e a cosa che la riguardavno. magra come un chiodo.
    mi ricordo che contava i biscotti che le figlie mangiavano a colazione e non gliene dava uno di più di quanto stabilito.
    che asciugava la fettina di carne con lo scottex.
    ecc.
    ha cominciato ad essere chiaro che lei aveva trasmesso alle sue figlie il proprio disagio con il cibo e il suo corpo.
    finchè un giorno (bingo!), la mia amica mi ha detto "sai, mia mamma una volta da ragazza è stata presa in giro perchè era un po' cicciottella e ha giurato a sè stessa che sarebbe sempre stata magrissima e così è stato".
    probabilmnete ne è stata ossessionata tutta la vita e, credendo di fare bene, con le sue figlie ha fatto molto male :(

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  2. Mia cara MissPansy, se volessimo esser perfetti per crescere una sana, equilibrata prole, saremmo -come hai ben detto- pressoché all'estinzione.

    I figli uno li vuole, o non li vuole. Sia che capitino per "sbaglio" (i figli dell'ammmmmorre) o che siano programmati a tavolino (i figli sospirati-desiderati) non importa: NESSUNO e MAI pronto per quel marasma bio-psicologico che è la gravidanza e l'allevamento di un cucciolo umano! Che dal primo pianto ti lega e frega (in senso buono ovviamente;) fino all'ultimo dei tuoi giorni.

    Di sbagli i genitori ne fanno a palate: sia in eccesso che in difetto, fuori dalla placenta col bambino non arriva mai il libretto delle istruzioni! :D

    Quindi buon senso e molto, ma moooolto Amore!
    Ti dirò che i bambini fanno crescere le Mamme ed i Papà, si guarda alla vita con occhi diversi, basta evitare di proiettare nei figli le proprie aspettative, le proprie recriminazioni, i propri rimpianti e voler a tutti costi far fare loro ciò che noi non siamo riusciti! Anzi dobbiamo aiutarli a cercare la loro strada MA limitandoci a dar loro la sicurezza spirituale, che siamo accanto a loro, anche se non ci siamo! Che se avessero bisogno di aiuto saremo lì per loro, ma far intender loro che ce la faranno anche da soli se si permetteranno di avere fiducia in se stessi, come noi l'abbiamo in loro!

    Difficile fare i genitori, ma non impossibile!

    Comunque vada sarai sempre il loro capro espiatorio: starà in te, sbattere loro in faccia la realtà dei LORO limiti!

    Un abbraccio Renata

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  3. Ci credi se ti dico che ho aperto questo post da quando l'hai pubblicato e cerco di forumale un pensiero coerente e logico?
    Perchè, lo ammetto, se da una parte sono felice dell'equilibrio che mi sono creata, dall'altra ho il terrore di ciò che potrebbe diventare la mia attuale situazione nella testa dei miei figli.
    Sicuramente verranno educati con "il cibo è cibo e non premio/punizione". Non saranno mai obbligati a finire tutto ciò che hanno nel piatto, se non hanno fame.
    Insegnerò loro che devono amarsi e per farlo, a volte, bisogna impegnarsi.
    Ma a volte, purtroppo, il rapporto col cibo non ha niente a che vedere con il rapporto che i genitori hanno col proprio corpo...
    ...come nel mio caso, ad esempio :(

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    Risposte
    1. Penso che comunque sia, una falla l'avremo sempre: che sia per il cibo, per il corpo o per qualsiasi altra questione irrisolta.
      Non ne ho parlato, ma di questioni irrisolte ne ho almeno un paio e sono sicura che se decideremo e riusciremo ad avere figli, loro se ne accorgeranno. Non subito, ma a 20/30 anni si. Più che altro spero che prima che arrivino alle loro conclusioni, possano crescere più serenamente della loro madre. Anzi no, più che serenamente, semplicemente in maniera più leggera, senza troppe ansie ;-)

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